domenica 12 gennaio 2014

"Italian Sounding": la contraffazione Agroalimentare. Intervista al Presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), Giuseppe Politi

Presidente CIA, Giuseppe Politi
Se la pubblicità è l'anima del commercio, la contraffazione ne è sicuramente il principale problema. Circoscrivendo il fenomeno al settore alimentare, fiore all'occhiello del Nostro Paese, parliamo di Italian Sounding. Etichette tricolore con nomi vagamente simili ai prodotti originali, che hanno lo scopo di ingannare il consumatore, il quale, spinto dal richiamo della bontà dei nostri prodotti, finisce per acquistare cose, che di italiano non hanno neanche il nome. Per approfondire questo fenomeno, abbiamo intervistato Giuseppe Politi, Presidente della CIA, Confederazione Italiana Agricoltori.









Presidente Politi buongiorno. Ci definisce, dal suo punto di vista, il problema Italian Sounding?

Il Settore agroalimentare è una delle opportunità più importanti per lo sviluppo e la crescita dell'economia nazionale. Il fatto che nel mondo ci sia un articolato fenomeno di contraffazione, è un problema molto serio. Maggiormente diffuso nei mercati più ricchi caratterizzati da grandi comunità italiane (USA ed America Latina su tutti); sebbene, fenomeni distorsivi dell'origine italiana, siano stati registrati anche in ambito europeo, soprattutto per quanto riguarda i formaggi.

Che volume di affari ha questo fenomeno?

E' difficile determinare una cifra esatta, trattandosi di un fenomeno di "nero". Le stime, di enti e ministeri, parlano di cifre molto significative, circa 60 mld di euro/annui (c.ca 160 mln/gg). Riducendo al nostro settore, il volume è stimato in 3 mld/anno, di cui 2, negli USA.

Quali sono i Paesi soggetti a questo fenomeno?

Oltre l'Italia, che è il più colpito, si immagina che altri Paesi siano quelli che hanno propensione a produzioni particolati, quindi Francia (vini e formaggi) e Spagna (salumi, su tutti i prosciutti)

Oltre l'agroalimentare, quali sono i settori più colpiti?

Restando nel nostro Paese, la moda, altro vanto del Made in Italy.

Quali prodotti sono maggiormente colpiti?

Sicuramente i formaggi; su tutti il Parmigiano Reggiano, che soprattutto negli USA, vista la nutrita presenza di connazionali, ha il  maggior numero di imitazioni. Più in generale, i prosciutti, ma anche il settore dei vini e degli oli.

Cosa si può fare per arginare e/o eliminare questo fenomeno?

Non esiste una soluzione univoca. Secondo me, sono due le misure che possono aiutare di più: a livello comunitario, un maggior coordinamento tra  le diverse istituzioni controllo, con la formazione di una vera e propria Task Force istituzionale. A livello mondiale, invece, nell'ambito negoziazioni del WTO (World Trade Organization), la creazione di una apposita struttura che porti al riconoscimento internazionale delle Denominazione Origine (DOP, IGP. etc.)

Cosa si è fatto sino ad ora?

A Livello internazionale molto poco, salvo qualche accordi bilaterali (Ita-USA; Ita-Jap).

Le istituzioni sono presenti e coinvolte su questo?

Dichiarazioni sono molto significative; i fatti, poi, purtroppo, non hanno sempre lo stesso tenore ed efficacia delle dichiarazioni.

Per concludere, ci indica l'elemento più importante per la battaglia alla contraffazione Agroalimentare.

Se si vuole combattere efficacemente questo fenomeno, è necessario che tutte le istituzioni, europee e mondiali, facciano sistema. Sino a che ciò non avverrà, non potremo dire di aver intrapreso la strada giusta. L'Italia da sola non può arginare un fenomeno così importante.

Grazie ed in bocca al lupo Presidente Politi.







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